Scuola Primaria Metodo Montessori – “B. Passerini”
Il 12 settembre 2016 , grazie all’intenso lavoro di organizzazione e promozione sul territorio svolto in sinergia dall’associazione di genitori Montessori Attiva, dalla Dirigente Scolastica, dal Comune di Sommo si aprono le porte della prima classe a Metodo Montessori in provincia di Pavia.
IL METODO MONTESSORI: che cos’è?
Il Metodo è stato sviluppato da M. Montessori, una delle prime donne medico in Italia e una delle figure più importanti e innovatrici nella pedagogia del ‘900. Il Metodo è nato oltre cento anni fa e si è diffuso in tutto il mondo. Viene praticato in scuole per i bambini e ragazzi da 0 a 18 anni. Il metodo non invecchia, ma si aggiorna costantemente, poiché è basato sulla osservazione scientifica dello sviluppo del bambino e dei suoi bisogni. Recentemente, le neuroscienze stanno confermando la validità dei suoi principi.
I PRINCIPI DEL METODO:
Aiutami a fare da solo: l’adulto non si sostituisce al bambino, ma lo aiuta a sviluppare la propria autonomia sia nella vita pratica sia nella gestione del proprio apprendimento.
APPRENDIMENTO ATTRAVERSO I SENSI E L’ESPERIENZA
Libertà di scelta: in un ambiente scientificamente preparato dalle maestre, ciascun bambino sceglie liberamente tra i materiali messi a disposizione per l’apprendimento delle diverse discipline o per lo sviluppo dei sensi. Può scegliere quando e per quanto tempo dedicarsi a ciascun materiale.
Interesse individuale: è il motore dell’apprendimento, che non ha bisogno di motivazioni estrinseche come voti, premi e punizioni. Ha bisogno invece di un ambiente ricco di occasioni di scoperta e di lavoro.
Autocorrezione: il materiale è studiato per favorire l’autocorrezione degli errori durante l’uso, sviluppando la capacità di autovalutarsi. Concentrazione individuale, favorita dal materiale e dalla libera scelta dell’attività. Attraverso la concentrazione si raggiunge anche l’autodisciplina e la calma.
Educazione alla pace; Collaborazione tra pari
IL RUOLO DELLA MAESTRA
Prepara l’ambiente, osserva il bambino per capire come sostenerne al meglio lo sviluppo senza ostacolare lo svolgimento autonomo della sua esperienza; senza urla, premi né punizioni, guida il bambino ad acquisire modi gentili, attivi e collaborativi, impedendo i comportamenti contrari all’interesse collettivo finché il bambino non giunge all’autodisciplina.